ORDINE DEL GIORNO SUL TEMA "FINE VITA"
Come Lista riteniamo la questione del fine vita tematica urgente in quanto consideriamo fondamentale la centralità delle scelte individuali delle persone anche nelle situazioni più difficili.
In questo contesto abbiamo dato il nostro convinto sostegno alla raccolta firme per il referendum a fianco dell’Associazione Luca Coscioni. La proposta di referendum è stata poi bocciata dalla Corte Costituzionale, ma la stessa Corte ha sollecitato la definizione di una legge che normi complessivamente la tematica.
Anche per questa ragione, come Lista abbiamo presentato una mozione in Consiglio Comunale con lo scopo di sollecitare il Parlamento nel suo insieme ad affrontare con urgenza la definizione di una legge che garantisca il diritto di scelta delle persone e definisca con chiarezza i requisiti e le modalità con cui normare la morte volontaria medicalmente assistita.
La mozione è stata discussa nel Consiglio Comunale del 8 marzo 2022, e ha visto la positiva convergenza di larga parte della maggioranza, con la trasformazione del testo in un Ordine del giorno condiviso e approvato dal Consiglio.
Con l’approvazione e l‘impegno dell’Amministrazione a trasmettere il “sollecito” a tutti i livelli di governo riteniamo si sia concretizzato in forma unitaria, anche a Creazzo, un momento di vera solidarietà nei confronti di quanti si trovano in situazioni spesso drammatiche per se stessi e per le loro famiglie.
Alleghiamo il testo della delibera:
“PER SOLLECITARE L’APPROVAZIONE TEMPESTIVA DI UNA LEGGE SUL FINE VITA”
Premesso che:
la Legge italiana consente il rifiuto delle cure – specificatamente al fine di evitare l’accanimento terapeutico – e dunque una forma di eutanasia passiva, previa compilazione di biotestamento attestante le volontà del paziente in caso di coma irreversibile;
la Corte Costituzionale, con la sentenza 242/2019, in riferimento al caso Cappato-Dj Fabo, ha dichiarato con 4 condizioni “l’illegittimità costituzionale dell’art. 580 del Codice penale su ‘aiuto al suicidio’, nella parte in cui non esclude la punibilità di chi, con le modalità previste dagli artt. 1 e 2 della legge 22 dicembre 2017 n. 219, agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”;
dopo ormai 40 anni di proposte incompiute non è più rinviabile una decisione da parte del Parlamento - competente a legiferare - in tema di fine vita come sollecitato, peraltro, dalla stessa Corte Costituzionale.
Considerato che:
le malattie terminali generano dolore e sofferenza per i pazienti stessi ma anche per chi sta loro accanto;
il tema del fine vita è tematica urgente e lo sarà nella società del futuro, in cui le cure mediche diventeranno sempre più efficaci e capaci di garantire un’aspettativa di vita sempre più lunga;
dati EURISPES del 2019 dimostrano che oltre il 70% degli italiani è favorevole al ricorso alla pratica dell’eutanasia in caso di coma irreversibile o dolori insostenibili dovuti a malattia terminale;
oltre 1.240.000 cittadini italiani hanno firmato a favore del quesito referendario richiedente la soppressione parziale dell'art. 579 del C.P. che riguarda 'omicidio di persona consenziente'. Tale referendum non è stato dalla Corte ammesso al voto in quanto “non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”;
l’eutanasia è stata legalizzata in varie forme da diversi paesi europei tra cui Belgio, Olanda, Spagna, Germania, Svizzera, mentre altri, come Francia e Inghilterra, stanno procedendo a vario titolo alla sua depenalizzazione;
secondo una stima dell’Istituto Mario Negri l’eutanasia clandestina (praticata in varie forme) è un fenomeno ampiamente diffuso in Italia che coinvolge potenzialmente diverse migliaia di persone ogni anno;
secondo l’ISTAT ogni anno 700 malati scelgono la via del suicidio per sfuggire alle sofferenze della loro situazione terminale;
tra il 1998 e il 2020 oltre 159 cittadini italiani malati terminali sono espatriati in Svizzera per ricorrere al suicidio assistito.
Valutato che:
la decisione della Consulta sull’inammissibilità del quesito referendario non deve essere in alcun modo utilizzata per negare la necessità di varare quanto prima una Legge sul fine vita, senza trascurare il possibile ruolo e sviluppo delle cure palliative;
la necessità e l’urgenza di approvare una Legge sul fine vita sono coerenti a quanto più volte ribadito dalla stessa Consulta che ha già indicato sul tema alcuni parametri di riferimento fondamentali.
I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI COMUNALI IMPEGNANO IL SINDACO E LA GIUNTA
ad attivarsi presso il Parlamento – che ha già in discussione una legge in materia – e presso ogni altra competente sede per sostenere con forza la necessità di provvedere, quanto prima, ad approvare una Legge sul fine vita che definisca con chiarezza i requisiti e le modalità con cui normare la morte volontaria medicalmente assistita, tenendo conto dei principi emersi dalle più recenti pronunce della stessa Corte Costituzionale.
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