CREAZZO POLMONE VERDE
CREAZZO “POLMONE” VERDE
Il 29 dicembre scorso, nell’articolo Creazzo cuore verde, la Sindaca Maresca ha dato i numeri di quanto è stato piantato a Creazzo in 10 anni: 10.000 piante! E per chi non l’avesse letto, il 2 gennaio lo stesso Giornale ha replicato il medesimo articolo, modificando appena il titolo, memore del motto latino “repetita iuvant”, facendole diventare addirittura 10.000 "alberi".
Salvo che 8.596 di queste sono piante annuali, perenni o arbustive (fiori insomma) mentre 1.739 sono alberi.
Ma quali alberi? Ligustri, come in via De Gasperi o Alberi di Giuda come in via Torino? Graziosi alberelli che non supereranno mai i 5 m di altezza. Alberi di prima grandezza sono invece i bagolari piantati sul prato adiacente il campo di BMX ma troppo ravvicinati per poter svilupparsi in tutta la loro ampiezza.
Sarebbe molto importante mantenere annualmente un costante numero di nuovi impianti e non solo in occasione di lavori straordinari perché gli alberi impiegano molto tempo a crescere e dunque per avere un patrimonio arboreo consolidato è necessaria molta costanza e cura.
Inoltre preoccupa la dichiarazione della Sindaca al Giornale di Vicenza; “ viste le importanti (!?) risorse già stanziate, non riteniamo necessario investirne altre!!!!”
Per quanto riguarda la spesa dedicata alla manutenzione del Verde Pubblico, si tratta di una spesa corrente per far fronte alla gestione del patrimonio di aree verdi di cui è dotato il nostro territorio e non solo dedicati alla cura delle alberature.
E tanta è l’attenzione dedicata a questo aspetto importante per la qualità della vita cittadina che l’ultima variazione di bilancio ha visto togliere ulteriori 5.000,00 € al capitolo di spesa riservato alla manutenzione del verde pubblico.
Ma non era questo che avevamo chiesto all’amministrazione quando abbiamo presentato, come Lista Civica, in consiglio comunale un’osservazione al DUP (Documento Unico di Programmazione, il bilancio per intenderci).
Il nostro intervento chiedeva di inserire, tra le varie voci di spesa, un incarico progettuale, con percorso partecipativo condiviso con la cittadinanza, per la redazione di un Piano del Verde che delinei, a partire dallo stato di consistenza del patrimonio verde pubblico e dalle vocazioni territoriali individuate dal PAT (Piano di Assetto Territoriale).
Un piano di ricostruzione del paesaggio tramite la riqualificazione naturalistica dei corridoi ecologici tra la collina, i territori agrari e gli elementi morfologici (fiume, rogge, sentieri, aree umide, alluvionali, risorgive) attraverso la messa a dimora di filari alberati, siepi campestri pluristratificate, boschi lineari al fine di predisporre un piano coerente di interventi pluriennali mirati ad una riqualificazione territoriale complessiva.
Questa proposta non nasce da una visione utopistica ma proprio dallo studio degli strumenti urbanistici del nostro comune. Il Piano di assetto territoriale (PAT), che ha sostituito il vecchio Piano regolatore, ha evidenziato, con approfonditi studi ambientali, gli elementi naturali che ancora caratterizzano il nostro territorio e costituiscono la risorsa primaria per preservare la qualità di vita del nostro abitare.
Non parliamo di Verde Pubblico come elemento d’arredo di piazze, strade o giardini (questo rappresenta lo standard ordinario nelle nostre città) ma della rinaturalizzazione del nostro fiume che non avviene mettendo a dimora piante ornamentali a margine della pista ciclabile ma ricostituendo piccoli boschi o fasce boscate capaci di ricreare gli ambienti dei boschi umidi di pianura, di arricchire gli habitat per la fauna e di ricucire il paesaggio tra la pianura, assediata dall’urbanizzazione, e la collina, nostro prezioso tesoro naturale a portata di mano.
In questo modo si può migliorare di molto la qualità dell’aria che respiriamo, quella delle acque che scorrono nel nostro Retrone bistrattato, il paesaggio di pianura, snaturato da zone industriali, complessi commerciali, autostrada, ferrovia..., restituendo valore, bellezza e qualità anche a insediamenti urbani fin troppo densamente edificati.
Queste non sono idee velleitarie ma progetti già indicati anche a livello di pianificazione provinciale, non sono sogni ma possibilità concrete di ridisegnare diversamente il nostro territorio.
Ormai vi sono innumerevoli esempi di come questo si può realizzare e di quanti fondi, a livello regionale ed europeo siano disponibili per la ricostituzione di boschi di pianura allo scopo di rigenerare territori compromessi da uno sviluppo economico non sostenibile che mette a rischio anche la nostra salute.
Come nelle relazioni interpersonali, un territorio cresce e si sviluppa solo se sognato; dipende, ovviamente, da quanto grande è la capacità di sognare.
I Consiglieri Comunali Della Lista Civica
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