GOVERNARE IL FUTURO -GLI ANZIANI

  Il termine ”governare”, secondo il dizionario Treccani, definisce l’azione di tenere il timone per seguire una direzione ben precisa. Governare una famiglia, un gruppo, un Comune o uno Stato non è un’azione statica, non è semplicemente curare la manutenzione del presente, ma avere un’idea di quello che sarà il futuro e prepararsi a viverlo. 

Applicando questo concetto al nostro Comune, potremmo partire ad esempio dalla questione demografica. Secondo l’Istat il nostro paese non sfugge agli indicatori che danno la popolazione in rapido invecchiamento. In 10 anni la presenza di anziani (+ 65 anni) a Creazzo è passata dal 13 % al 23% della popolazione e il trend è chiaramente non reversibile. Ad oggi sono più di 2500 i cittadini che hanno superato la soglia dei 65 anni. 

https://www.tuttitalia.it/veneto/72-creazzo/statistiche/indici-demografici-struttura-popolazione/ 

 Da altri dati forniti dal Comune sappiamo che ad oggi sono più di 600 gli ultra 65enni che vivono soli, e sono oltre 400 le famiglie (coppie) composte da ultra75enni. 

 Con questi dati in mano, ci piacerebbe confrontarci con proposte di azioni politiche che guardino avanti, e non passare i Consigli Comunali a discutere di quanto è costato l’ultimo marciapiede, ma la cosa non sembra essere nel DNA della nostra Amministrazione. 

 Le tematiche di una società in rapido invecchiamento non possono essere lasciate solamente alla gestione “familiare”, già ora a Creazzo come nel resto del Veneto e d’Italia, molte sono le persone che vivono una vita ristretta per accudire genitori e parenti anziani e in difficoltà ( per loro si è coniato anche un nome specifico caregiver). 

Le “badanti”, una forma di assistenza che noi tutti conosciamo, sono in genere a carico completamente del nucleo familiare, (spesso in grande difficoltà) e ad oggi rappresentano la categoria di lavoratori più numerosa in Italia [1.100.000 badanti – i metalmeccanici sono 800000]. 

E’ indispensabile pensare a risposte che vedano l’intervento della struttura pubblica. Certo risulta singolare sapere che, tolti i contributi obbligatori che il Comune paga per un buon numero di cittadini ricoverati in casa di riposo e strutture di mezza provincia, a bilancio del Comune di Creazzo, alla voce “anziani” ci siano nientepopodimeno che 1000 (mille) euro, peraltro non ancora spesi. 

Ci piacerebbe pensare ad iniziative che possano rendere il nostro territorio in grado di rispondere in modo adeguato alle sfide che ci stanno davanti, nello specifico possiamo pensare anche a delle proposte:

 - Definire e rendere pubblica una “Carta dei Servizi Sociali” come previsto dalla legge 8 novembre 2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali" di cui Art. 13 che illustra le opportunità sociali disponibili e le modalità per accedervi. 

 - Realizzare una “mappa o registro delle fragilità”, spazio dove i vari Enti (Comune, Ulss, ecc. ), famiglie e associazioni possono condividere le informazioni sulle situazioni di difficoltà presenti nel territorio.

 - Ampliamento dell’assistenza sanitaria di base, non solo medicina associata, ma valorizzazione dell’assistenza domiciliare integrata (l’attuale modello dell’Ulss (ADI) non arriva ad erogare a ciascun paziente nemmeno la metà delle ore erogate dalla media nazionale) e magari pensare ad avere a noi vicino anche strutture intermedie come gli ospedali di comunità. 

 - Pensare a definire spazi abitativi da destinare a “residenze sicure” per anziani soli e persone in difficoltà. Molto interessanti su questo tema, i progetti di CO-HOUSING (abitare assieme) che già si stanno realizzando anche nella nostra provincia. Sono in genere nuclei di mini appartamenti per persone sole, che hanno però servizi in comune, spazi comuni, portineria, cucine ed altri servizi, spesso anche con presenza di un’assistenza sanitaria costante. 

https://www.abitareeanziani.it/le-abitazioni-per-la-terza-eta/ 

 A questo proposito sarebbe interessante sentire il parere dei nostri cittadini, di fronte all’idea che la struttura scolastica della San Giovanni Bosco, attualmente “abbandonata” potesse essere ristrutturata e diventare un insieme di spazi abitativi, un luogo sicuro per anziani soli, oppure se una struttura come la ex NUT potrebbe vedere un progetto di ristrutturazione che comprenda anche spazi per la terza età. 






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