STIAMO IN SILENZIO QUANDO I BAMBINI DORMONO, NON QUANDO MUOIONO

   INCONTRO DEL 27 LUGLIO: FACCIAMO RUMORE PER GAZA

Alcuni brani utilizzati per letture 27 Luglio 2025

( alcuni testi non sono disponibili in quanto soggetti a limitazioni nella divulgazione, alleghiamo comunque alla fine una bibliografia completa)

In Palestina, dopo 57 anni di occupazione militare di Gaza e della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme est, e dopo 77 dall’inizio della pulizia etnica che ebbe il suo picco storico con la Nakba, l’esodo forzato dei palestinesi iniziato nel 1948 con la nascita di Israele – il genocidio che Israele sta commettendo viene perpetrato con la consapevolezza e il beneplacito del potere costituito, quello che finora ha mantenuto tutti soggiogati con la minaccia della ritorsione. (Francesca Albanese. Quando il mondo dorme. Rizzoli 2025. p.22)

https://zeitun.info/2025/06/26/uno-studio-pubblicato-sullo-harvard-dataverse-rivela-che-israele-ha-fatto-sparire-quasi-400-000-palestinesi-a-gaza-meta-dei-quali-minori/

Uno studio pubblicato sullo Harvard Dataverse rivela che Israele ha fatto “sparire” almeno 377.000 palestinesi dall’inizio della sua campagna genocida contro la Striscia di Gaza nel 2023. Si ritiene che metà di questi siano minori.

Il rapporto è stato redatto dal professore israeliano Yaakov Garb, che ha utilizzato analisi basate sui dati e mappature spaziali per mostrare come l’assedio di Gaza e gli attacchi indiscriminati contro i civili nell’enclave da parte dell’esercito israeliano abbiano portato a un forte calo della popolazione.

I 377.000 palestinesi di cui si è persa traccia a causa del genocidio israeliano rappresentano circa il 17% dell’intera popolazione della Striscia di Gaza, che ora ammonta a circa 1,85 milioni. Prima della guerra a Gaza, la popolazione della Striscia era stimata in 2,227 milioni.

Secondo il rapporto, mentre alcuni sono sfollati o dispersi, si ritiene che un numero significativo sia stato ucciso dalle forze israeliane. Il Professore osserva che il bilancio ufficiale delle vittime, pari a 61.000, è chiaramente una sottostima poiché le vittime rimaste intrappolate sotto le macerie non sono incluse.

La rivista medica The Lancet ha pubblicato uno studio a gennaio di quest’anno rivelando che il bilancio delle vittime del genocidio israeliano a Gaza è stato molto probabilmente sottostimato del 41% nei primi nove mesi di guerra.

Lo studio di gennaio ha evidenziato che circa il 59,1% delle vittime erano donne, bambini e anziani.

Stamattina il giornale radio dava notizia che è morto l’ottantatreesimo bambino per fame. “32 sono i giornalisti di Gaza uccisi ad oggi, perché non documentino al mondo ciò che sta succedendo.

Il 70% delle persone a Gaza sta bevendo acqua salata o contaminata perché sono stati distrutti gli acquedotti, i desalinizzatori, e perché non è possibile smaltire i rifiuti.

PRIGIONI A CIELO APERTO

 Witslawa Szymborska - Cianfrusaglie del passato

Salmo del grande numero

Oh come sono permeabili le frontiere umane!

Quante nuvole vi scorrono sopra impunemente,

quanta sabbia del deserto passa da un paese all’altro,

quanti ciottoli di montagna rotolano su terre altrui

con provocanti saltelli!

Devo menzionare qui a uno a uno gli uccelli che trasvolano

o che si posano sulla sbarra abbassata?

Foss’anche un passero – la sua coda è già all’estero,

benchè il becco sia ancora in patria. E per giunta, quanto si agita!

E poi questo riprovevole diffondersi della nebbia!

E la polvere che si posa su tutta la steppa

come se non fosse affatto divisa a metà!

E il risuonare delle voci sulle servizievoli onde dell’aria:

quei pigolii seducenti e gorgoglii allusivi!

Solo ciò che è umano può essere davvero straniero.

Il resto è bosco misto, lavorio di talpa e vento.

Torture. Witslawa Szymborska.

Nulla è cambiato.

Il corpo prova dolore,

deve mangiare, respirare, dormire,

ha la pelle sottile, e subito sotto – sangue,

ha una buona scorta di denti e di unghie,

le ossa fragili, le giunture stirabili.

Nelle torture di tutto ciò si tiene conto.

Nulla è cambiato.

Il corpo trema, come tremava

prima e dopo la fondazione di Roma,

nel ventesimo secolo prima e dopo Cristo,

le torture c’erano e ci sono, solo la terra è più piccola

e qualunque cosa accada, è come dietro la porta.

Nulla è cambiato.

C’è soltanto più gente,

alle vecchie colpe se ne sono aggiunte di nuove,

reali, fittizie, temporanee, inesistenti,

ma il grido con cui il corpo risponde

era, è e sarà un grido di innocenza

secondo un registro e una scala eterni.

Nulla è cambiato.

Tranne forse i modi, le cerimonie, le danze.

Il gesto delle mani che proteggono il capo

È rimasto però lo stesso.

Il corpo si torce, si dimena e divincola,

fiaccato cade, raggomitola le ginocchia

illividisce, si gonfia, sbava e sanguina.

Nulla è cambiato.

Tranne il corso dei fiumi,

la linea dei boschi, del litorale, di deserti e ghiacciai.

Tra questi paesaggi l’animula vaga,

sparisce, ritorna, si avvicina, si allontana,

a se stessa estranea, inafferrabile,

ora certa, ora incerta della propria esistenza,

mentre il corpo c’è e c’è, e c’è

e non trova riposo.

Dichiarazione congiunta dell’Arcivescovo card. Matteo Zuppi e del Presidente della Comunità Ebraica di Bologna, Daniele De Paz, “Sulla guerra a Gaza e sulla responsabilità comune per la pace”.

Noi, rappresentanti delle comunità cristiana ed ebraica a Bologna, figli dell’Unico Dio pacifico e misericordioso, riconoscendoci Fratelli tutti, uniamo la nostra voce consapevoli della gravità dell’ora presente e della responsabilità morale che ci unisce come credenti e come cittadini.

Di fronte alla devastazione della guerra nella Striscia di Gaza diciamo con una sola voce: fermi tutti. Tacciano le armi, le operazioni militari in Gaza e il lancio di missili verso Israele. Siano liberati gli ostaggi e restituiti i corpi. Si sfamino gli affamati e siano garantite cure ai feriti. Si permettano corridoi umanitari. Si cessi l’occupazione di terre destinate ad altri. Si torni alla via del dialogo, unica alternativa alla distruzione. Si condanni la violenza.

Ci uniamo al grido dell’umanità ferita che non vuole e non può abituarsi all’orrore della violenza: basta guerra. È il grido dei palestinesi e degli israeliani e di quanti continuano a credere nella pace, coscienti che questa può arrivare solo nell’incontro e nella fiducia, che il diritto può garantire nonostante tutto. Come ricorda il Salmo: «Cercate la pace e perseguitela» (Sal 34,15). E come insegna la sapienza antica: «Chi salva una vita, salva il mondo intero». Ma è tragicamente vero il contrario: chi uccide un uomo uccide il mondo intero.

Condanniamo ogni atto terroristico che colpisce civili inermi. Nessuna causa può giustificare il massacro di innocenti. Troppi bambini sono morti. Nessuna sicurezza sarà mai costruita sull’odio. La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi.

Rigettiamo ogni forma di antisemitismo, islamofobia o cristianofobia che strumentalizza il dolore e semina solo ulteriore odio. Chiediamo alle istituzioni italiane e internazionali coraggio e lucidità perché aprano spazi di incontro e aiutino in tutti i modi vie coraggiose di pace. Il dolore unisca, non divida. Il dolore non provochi altro dolore. Dialogo non è debolezza, ma forza. La pace è sempre possibile. E comincia da qui, da noi. Fermi tutti!

+ Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna

Daniele De Paz, Presidente della Comunità Ebraica di Bologna

Bibliografia per altri testi:

Francesca Albanese: Quando il mondo dorme - Rizzoli editore 2025

Studio Harvard Dataverse - Articolo di zeitun.info, 26 giugno 2025

Susan Abulhawa. Discorso alla Oxford Union, 28 novembre 2024

Wisława Szymborska: Prigioni a cielo aperto (Poesia)

Wisława Szymborska: Torture (Poesia)

Refaat Alareer: Da Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza - Fazi Editore 2025

Yousef Elqedra: Da Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza - Fazi Editore 2025



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