PFAS E LE ANALISI IMPOSSIBILI?
Dieci anni fa, circa, quando la problematica di inquinamento da PFAS venne alla luce, uno dei primi interventi della Regione fu la suddivisione della cosiddetta “area inquinata” in due ambiti denominati Zona Rossa e Zona Arancio. Il criterio utilizzato all’epoca teneva conto delle forniture di acqua da acquedotto, e la zona arancio veniva individuata come un’area dove l’acqua del rubinetto non risultava inquinata da PFAS in quanto i pozzi di approvvigionamento erano collocati fuori dalle zone rosse. Nel nostro caso, Creazzo, l’acquedotto attinge in zona Moracchino (strada Marosticana) dagli anni 70, dopo che le nostre falde avevano subito il primo inquinamento dai prodotti Miteni, che allora si chiamava Rimar. Negli anni successivi la definizione del territorio è rimasta invariata, anche se numerose ricerche, a volte anche secretate per molto tempo, hanno dimostrato che l’acqua non è l’unica fonte di avvelenamento da Pfas, ma anche i cibi contribuiscono all’accumulo di PFAS nel sangue. Di fatto, mentre nell’area rossa si sono attivati tutta una serie di interventi di monitoraggio della salute dei cittadini, nella zona arancio nulla si è fatto , salvo alcuni controlli a campione all’inizio della vicenda. Il tema dell’inquinamento da PFAS purtroppo ha avuto in questi anni una pericolosissima evoluzione, al punto che oramai queste sostanze inquinanti si trovano un po’ ovunque, compreso il nostro acquedotto, sia pure in misura contenuta(si vedano i dati puntuali sul sito di Viacqua). Per la tutela dei cittadini residenti in zona arancio, però nulla è cambiato e, fino all’inizio del 2023, era impossibile richiedere all’Ulss analisi che misurassero la presenza di Pfas nel sangue. A partire dal 2022, una serie di richieste, proteste, manifestazioni e esposti legali, partiti anche da cittadini di Creazzo, hanno denunciato l’assurdo divieto e l’assoluta indifferenza della Regione. Analisi del sangue di alcuni bambini della nostra area, effettuate privatamente in Germania, hanno dimostrato presenze importanti di PFAS nell’organismo anche per chi vive in zona arancio. Alla fine la Regione Veneto ha accettato le richieste dei cittadini e con la D.G.R. n. 1752 del 2022 è stata autorizzata la possibilità, su richiesta individuale, ai cittadini della zona arancio (di età compresa tra i 9 e i 65 anni) di effettuare le analisi ematiche per la misurazione della presenza di PFAS nel sangue, con il pagamento di un ticket di 90 euro a persona (probabilmente costava meno farle ancora in Germania!). Finalmente, dopo ben oltre i tre mesi previsti dalla delibera, è ora possibile effettuare le prenotazioni per questa tipologia di esame: il numero da chiamare è 800059110, dove raccolgono le prenotazioni e poi avvisano che si verrà richiamati. La notizia è comunque positiva; poi per ulteriori approfondimenti, o per capire cosa fare in caso di analisi con presenza di PFAS oltre i limiti, si potrà sempre rivolgersi alla nostra Sindaca Maresca che, oltre ad essere responsabile della salute dei cittadini, siede anche ai vertici della direzione dell’Ulss 8.
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