IL TRENO DEI DESIDERI...

 IL TRENO DEI DESIDERI ALL'INCONTRARIO VA....

 Giovedi sera 15/6 l'Amministrazione Maresca ha tenuto in auditorium la presentazione del progetto di ampliamento della scuola dell'infanzia San Marco.

Dopo essersi limitata a presentare i relatori, la Sindaca ha ben pensato di defilarsi totalmente, sottraendosi al dialogo con i cittadini: quando si dice un primo cittadino di personalità!

Il vicesindaco Serraino è partito da un excursus storico sugli ultimi 4 anni, con il quale ha cercato di giustificare la necessità di questa mega opera pubblica.

 A suo dire le richieste di iscrizione sono in aumento ed ha poi sottolineato come Altavilla abbia solo quattro sezioni di scuola dell'infanzia pubblica e Sovizzo nessuna, per cui, nella sua visione, la nostra scuola San Marco potrà rispondere anche alle esigenze dei comuni limitrofi. Teoria alquanto bizzarra: i cittadini di Creazzo si devono far carico di due milioni di euro di spesa per consentire a qualche ipotetico bambino da fuori comune di frequentare la nostra scuola!

Che poi la decisione dell'ampliamento sia stata frutto di una seria analisi dell'andamento demografico del nostro Comune appare una evidente stupidaggine, considerato che dagli oltre 100 nati che si registravano fino a 10 anni fa si è passati ai meno di 70 degli ultimi quattro anni. Realtà questa peraltro confermata, nella stessa riunione, dall'assessore all'istruzione Maraschin, che ha ammesso che le iscrizioni alla san Marco sono in calo e per il prossimo anno scendono dalle attuali 142 a 139; basti pensare che erano state 154 nell'anno scolastico 2021/22 e ben 165 nel 2020/21.

 Due sono state le principali motivazioni ripetute ossessivamente dalla Giunta a sostegno dell'ampliamento: la necessità di ripristinare la completa capienza dell'asio nido (48 posti) e quella di dotare la scuola dell'infanzia di maggiori spazi per le attività didattiche complementari.

Il problema del nido, che attualmente ha solo 24 posti disponibili, sappiamo tutti che è nato con la chiusura della scuola dell'infanzia san Nicola a giugno 2020.  La scelta dell'Amministrazione fu allora di spostare due aule dal nido (che aveva pochissime iscrizioni) alla materna, che così passò da 5 a 7 sezioni, spendendo 300 mila euro in opere edili di adeguamento, anzichè fronteggiare in altro modo  l'emergenza, che si poteva facilmente comprendere sarebbe stata transitoria.

 Si sarebbe potuto, ad esempio, prendere temporaneamente in locazioni i locali della san Nicola, che non richiedevano alcun lavoro di manutenzione, per creare una distaccamento temporaneo della san Marco, ipotesi questa prospettata anche dall'allora Dirigente scolastica dottoressa Rigotto.

Già dal prossimo anno scolasticole sezioni alla san Marco scenderanno da 7 a 6, con una media di soli 23 bambini ciascuna. Se consideriamo che in passato questa scuola ha sempre ben funzionato con una media di 28 bambini per sezione, si può facilmente capire che, con 139 iscrizioni, già dal prossimo anno volendo si potrebbero tranquillamente ripotare le sezioni a 5, lo stesso numero presenti sino al 2020. Senza dimenticare che nei prossimi anni i dati anagrafici ci dicono che ci dobbiamo attendere un ulteriore calo della popolazione scolastica compresa tra i 3 e i 5 anni.Tutto questo dimostra che, con un po' di buonsenso in più, già da ora sarebbe possibile restituire le 2 aule al nido, ripristinandone la piena funzionalità di 48 posti.

 Veniamo ora alla seconda motivazione tecnica sostenuta dalla Giunta: la scuola dell'infanzia necessita di maggiori spazi per attività didattiche complementari.

Su questo possiamo tranquillamente convenire, ma siamo totalmente in disaccordo su come dare risposta a questa esigenza.

 L'assessore Serraino ha sostenuto che l'attuale fabbricato non sia ampliabile: questa è una stupidaggine. La verità è che l'Amministrazione non si è nemmeno premurata di confrontarsi con l'architetto Faresin, che ne è stato il progettista. Lo abbiamo invece fatto noi, lo scorso anno, e ci ha spiegato che la costruzione fu ideata con un concetto di modularità che prevedeva, sin dall'origine, la possibilità di futuri ampliamenti mediante l'edificazione di ulteriori blocchi in perfetta continuità con quelli esistenti.

 Sarebbe stata una soluzione semplice, a basso impatto sia in termini di costi, nemmeno lontanamenta paragonabili a quelli che andremo a sostenere, che ambientali.

 Invece l'Amministrazione Maresca ha deciso per un progetto assolutamente esagerato, che prevede l'edificazione di ben 1.000 metri quadrati coperti (500 per ciascuno dei due piani previsti), che verrà a costare, a lavori ultimati, almeno 5 milioni di euro, dei quali, è bene sottolinearlo ancora una volta, la metà sarà a carico dei cittadini di Creazzo.

 Una domanda è riecheggiata più volte nella serata di giovedi: questo progetto non era presente nel programma elettorale dell'attuale Amministrazione e allora con quale delega ha preso questa decisione senza alcun momento di confronto e condivisione preventivi con i cittadini che si troveranno a pagarne il conto?

Unica risposta a questo interrogativo è stato il mantra di Serraino: il treno del PNRR passa una sola volta e noi abbiamo deciso di prenderlo.

Tutto questo non può non riportarci alla mente certe iniziative turistiche in voga una ventina di anni fa: ti invogliavano a partecipare, per pochi euro, ad una gita in pulman in qualche amena località, pranzo compreso, salvo poi trovarti quasi costretto ad acquistare una batteria di pentole o una serie di attrezzi per la cucina.

Nel nostro caso si è saliti sul treno del PNRR che ti prometteva di finanziare quasi integralmente l'opera e invece ti ritrovi ora a dover spendere almeno due milioni di euro: un vero affare, soprattutto per un'opera della quale non c'era la necessità. “Il treno dei desideri all'incontrario va...” cantava Adriano Celentano nel lontano 1968...




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